05 novembre 2007

Ciao Barone!


E' morto all'età di 85 anni Nils Liedholm. Nato a Valdemarsvik, in Svezia, nel 1922, "Il Barone", come lo chiamavano i tifosi, è stato un grandissimo sia come calciatore che come allenatore. Se la carriera in campo, dopo l'arrivo in Italia nel 1949, la trascorse tutta con la maglia del Milan formando l'eccezionale terzetto scandinavo Gre-No-Li insieme ai compagni Green e Nordahl, i suoi successi in panchina furono sia con i rossoneri che con la Roma.

A renderlo indimenticabile anche un accento nordico mai sparito del tutto, malgrado oltre secolo trascorso in Italia, dove una volta lasciato il mondo del calcio gestiva un'azienda vinicola a Cuccaro Monferrato. Ogni volta che da allenatore giallorosso veniva intervistato dalle allora ancora poco invadenti televisioni, "Il Barone" rispondeva immancabilmente con lo stesso incipit: "Roma jogato bene...".

Celebre era anche la sua scaramanzia e l'amore per lo zodiaco, e qui gli aneddoti si sprecano davvero. Le sue tasche, hanno raccontato in molti, traboccavano di corni, polveri magiche e zampe di gallina. Allo stesso modo la Roma sarebbe andata spesso in "pellegrinaggio" a Busto Arsizio, dove risiedeva il mago-astrologo Maggi, che pare gli abbia anche predetto la sconfitta nella finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool.

Ma ricordare solo gli aspetti folcloristici sarebbe riduttivo. Se Liedholm fu un grande in campo giocando un calcio oggi difficilmente comprensibile, fatto di lentezza e virtuosismi, forse ancora più importante è il segno lasciato in panchina. Fu uno dei primi a introdurre in Italia il gioco a zona, attirandosi all'inizio aspre critiche, poi spazzate via dalle splendide prestazioni della Roma di metà anni '80. A lui si deve inoltre anche il lancio in Serie A di un giovanissimo Carlo Ancelotti, appena prelevato dal Parma, e la consacrazione di Bruno Conti nell'Olimpo dei migliori giocatori italiani di tutti i tempi.

Cordoglio per la scomparsa di Liedholm è stato espresso da tutto il mondo del calcio, e in particolare da quei giocatori che hanno trascorso gli anni più importanti della carriera ai suoi ordini, come Roberto Pruzzo e Aldo Maldera. Per rendergli omaggio la Roma ha chiesto alla Uefa di poter disputare la gara di Champions League in programma mercoledì a Lisbona contro lo Sporting con il lutto al braccio.

Per quanto mi riguarda resterà per sempre nel mio cuore di bambino delle medie quando portò a Roma il tricolore, uno scudetto vinto da bambino tifoso vale più di mille vinti da adulto! Capello Merda! (giusto per ricordarlo)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi unisco al ricordo dell'allenatore che mi ha riempito di gioia per lo scudetto vinto durante le elementari.

A volte e' importante essere della squadra che vince, soprattutto quando hai sei anni e la maggior parte dei tuoi amici e' juventina.

Concordo con l'ultimo periodo del post: Capello merda!