Per festeggiare il suo quarantesimo anno di attività la più grande catena al mondo (oltre diciassette mila negozi in quarantanove paesi diversi, Italia esclusa*) di caffetterie ha deciso di rifarsi il look e lo scorso 5 gennaio ha presentato il nuovo logo che dopo quasi vent'anni, andrà a sostituire quello precedente. A decidere questo importante passo è stato l'amministratore delegato, Howard Schultz che noncurante delle critiche che gli sono state mosse dai clienti è andato avanti per la sua strada giustificando il tutto con un laconico comunicato: "La sirena ci dà la libertà e la flessibilità di pensare a prodotti che vanno al di là del solo caffé", preannunciando l'arrivo nei supermercati di una serie di prodotti a marchio Starbucks, Schultz afferma inoltre che "Anche se siamo e continueremo sempre a essere una società attiva nel settore del caffé, abbiamo altri prodotti che portano il nostro nome".
Ancora una volta risulta assente ingiustificata la spiegazione tecnica e non viene spiegato il motivo creativo o quello grafico che invece dovrebbe essere dietro ad un simile cambio di immagine.Nel nuovo logo, scompare ancora una volta il nome dell'azienda (come già di recente hanno fatto Shell, McDonald's e Apple) e la famosa sirena con la doppia coda che aveva rappresentato l'azienda da sempre rimane l'unica protagonista, ma perde definitivamente le code e viene lasciata sola in verde su campo bianco.
Dopo un attenta ricerca in rete, si scopre che il nuovo logo è stato realizzato dallo studio Lippincott, una grossa agenzia con sedi in tutto il mondo ma dalla quale non esce nemmeno una riga sul lavoro svolto e si limitano a linkare il sito che Starbucks ha messo online per il lancio.
Dopo un attenta ricerca in rete, si scopre che il nuovo logo è stato realizzato dallo studio Lippincott, una grossa agenzia con sedi in tutto il mondo ma dalla quale non esce nemmeno una riga sul lavoro svolto e si limitano a linkare il sito che Starbucks ha messo online per il lancio.
Analizzando la storia del noto marchio scopriamo che il primo negozio Starbucks fu aperto nel 1971 a Pike Market Place, a Seattle, da tre amici: Jerry Baldwin, un insegnante di inglese, Zev Siegel, un insegnante di storia, e Gordon Bowker, uno scrittore. Ma la svolta arrivò da un'idea di Howard Schultz, storico amministratore delegato, riconosciuto ormai come il vero fondatore della famosa catena. In occasione di un viaggio a Milano nel 1983 sviluppò il suo progetto di portare in America l'autenticità della caffetteria italiana (fonte wikipedia). In parte si deve allo stesso Howard Schultz l'idea del logo originale (una sirena a due code) che poi unì con l'ispirazione presa in italia dalla caffetteira il giornale.
Curiosamente però proprio in questi giorni, mentre si fa un gran parlare del nuovo logo, lo Starbucks di Bryant Park a New York ha riaperto utilizzando il vecchissimo logo, le vecchie uniformi e il vecchio arrdeamento del primissimo locale di Seattle (qui potete fare un giro di 360°) per il locale.
*ricordiamo che la catena italiana Autogrill, onnipresente nel nostro paese con i famosissimi marchi Spizzico, Ciao, Acafè, AlDente, ecc. è licenziataria da anni del marchio Starbuks per l'Italia...
1971 - 1987
1987 - 1992
11 commenti:
molto interessante!
in realtà la doppia coda è rimasta
Hai ragione, la doppia coda è rimasta, ma adesso sembrano braccia :))
Continuo a non capire questo velato dissenso (velato nel tuo post, assai più esplicito in quelli di Cajelli) nel fatto che Autogrill non voglia aprire le caffetterie Starbucks in Italia. Ora, aldilà del fatto che - avendone acquistato la licenza - avrà pure i suoi buoni motivi per non farlo, ma è davvero così importante?
Perchè si punta sempre il dito contro la logica del fast-food all'americana come McDonald, simbolo del capitalismo occidentale imperialista etc. etc. di "massificazione & omologazione" etc. etc. di cattivo gusto e malsana cucina (in un paese dalla tradizione gastronomica come la nostra) etc. etc. quando non addirittura esempio più negativo della globalizzazione etc. etc... ma poi stanno tutti lì a piangere che non ci siano gli Starbucks in Italia?!?
Mah...
P.S. = Occhio che "Ha decidere" con la H è roba da arresto, Paolè ;)
@S3keno
Allora, cominciamo dal fatto che io non ho mai detto ne mosso un dito contro il McDonalds, ci vado regolarmente, ci ho portato Fabietto e sono pure contento che il Burger King si espanda, con buona pace della tradizione gastronomica.
Per quanto riguarda Autogrill e la decisione di aprire o non aprire lo Starbucks, sono uno che abitualmente li usa dove va, a me il loro caffè piace, piacciono i divanetti ecc. e se aprisse uno sotto casa (magari) mi trovi direttamente li :)
Per il resto se permetti mi rode un po' il culo che sia il signore Benetton o chi per lui a decide quanto devo pagare in autostrada (a lui) cosa devo mangiare in autogrill e quanto pagarlo (a lui) e se posso o no posso prendermi un frappuccino da Starbucks.
Con buona pace della tradizione italiana :)
Starbucks è un bell'ambiente. Il caffè servito non è assolutamente male (e in Italia probabilmente non sarebbe così diverso dal caffè normale, a meno che non decidi tu stesso di bere caffè all'americana), poi se i locali fossero tutti ben gestiti come starbucks e offrissero tutti il wi-fi free come starbucks con una bella varietà di bevande e una bella atmosfera moderna e giovane, non penso che qualcuno storcerebbe il naso.
Segnalazione"in topic":
Antrepo (quelli delle icone-container e dei movie posters brandizzati al 100%) rilegge in chiave minimal diversi top brands, ne parla anche wired: http://daily.wired.it/foto/si-logo-purche-sia-minimal.html
e cmq - opinione personale - era ora... è opportuno per un logo con 40-50 anni di storia alle spalle privarsi di tutti gli orpelli e ambire alla sintesi... non è forse quello il nucleo dell'idea di qualsiasi brand?
TM
ps: sulla faccenda Starbucks consiglio la lettura dei capitoli dedicati della Klein, ovviamente su No Logo :)
buona giornata, folks!
Su, Paolo, non fare finta di non capire.
Nemmeno io "puntavo il dito" contro chicchessia. Stavo solamente analizzando la questione secondo UN CERTO punto di vista, perché fondamentalmente se aprono uno o più Starbucks a Roma anche a me potrebbe capitare di andarci, ma - se non lo fanno - vivo benissimo anche senza (visto che non ci manca di certo il buon caffè, non credi?). Sono ben altre le cose che mancano in Italia, ben altri tipi di servizi, bel altre infrastrutture sociali. Altro che.
Il discorso su Benetton non te lo copro assolutamente. Se dovessimo metterci a fare la lista su "chi decide quanto pago" in ogni singolo aspetto della nostra vita quotidiana, smetterei di vivere. A cominciare da QUALSIASI centro commerciale, dalla spesa al supermercato fino a qualsiasi uscita serale, anche per andare semplicemente al cinema. Seee… stiamo freschi!
Il wi-fi piano piano si comincia a vedere anche in altri luoghi, a cominciare proprio da quel McDonald che abbiamo tirato in ballo, ma anche in strutture pubbliche come l'Umberto I°, per dire, o qualche piccola attività privata (caffetterie comprese). Ma sai meglio di me cosa intendevo con il discorso su McDonald, perché - probabilmente anche in sezione - proprio tu sarai circondato da persone che fanno discorsi di questo tipo, contro le multinazionali, le mega-corporazioni capitaliste americane, la Coca Cola e bla bla bla…
Poi alla fine tutto si mischia nel calderone: pseudo-comunisti di quel tipo chiedono a te di "boicottare" le catene cinematografiche di Berlusocni (o i suoi supermercati, o le sue case editrici) e poi portano i figli da McDonald, per l'appunto. E sono proprio quel genere di persone a cui si riferivano i 99posse in un pezzo come "Rafaniello": rossi fuori, ma bianchi dentro!!!
Capisci a me, bro ;)
Eh eh eh...
Stefano mi sa che hai una visione del mondo rimasta abbastanza a "rafaniello"...
Nessuno chiede più a nessuno (nemmeno in quelle che chiami sezioni) di boicottare questo o quello.
Qui il disocrso è diverso, non è che non prendo l'autostrada per boicottare Benetton o altro... oppure aspetto il WiFi di Starbucks, non è solo quello, sui WiFi il discorso si dovrebbe amplicare e di molto...
voglio solo un FRAPPUCCINO!
:)
Interessante.
Starbuck non lo vedo paragonabile ad un McDonald. Un frappuccino non penso faccia male quanto un hamburger.
Hanno una logica interessante, cioè vai li bevi e stai anche un'ora.
Provate a mettervi ad un tavolo di un bar con un pc e starci diverso tempo. Vedrete come fioccano le occhiatacce.
Cmq uno dei motivi per cui non apre, è che in Italia è difficile convincere il cliente a sborsare cifre esose per un caffè, come quello di starbucks.
Un'analisi molto attenta e precisa, partendo da un logo non era affatto facile: molto interessante!
Anna
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