20 ottobre 2007

La politica e l'antipolitica (sfogo)


Tema difficile (e lungo) quello di oggi, in un momento particolare della vita sociale del paese mi ritrovo a far politica attiva e passo praticamente per coglione. Ma come ci sono arrivato a questo punto? Riassumo: io vivo da sempre a Pomezia, cittadina industriale alle porte di Roma fondata dal Duce 70 anni fa e logicamente orientata a destra per sue stesse origini.

Nel 2001 tutta la giunta comunale di centro sinistra venne arrestata per mazzette, un vero disastro politico, un anno e mezzo dopo quando ci furono le elezioni comunali io e altri 25 amici abbiamo deciso che non potevamo seguitare a votare quello schifo e ci siamo creati una nostra lista civica di soli giovani (praticamente under 30) con un nostro candidato a Sindaco, abbiamo raccolto le firme, fatto tutte le carte, siamo stati regolarmente ostacolati e alla fine abbiamo preso anche i nostri bravi voti.
Logicamente non avevamo la struttura e i mezzi (economici) per reggere il confronto, vinse la destra, come quasi sempre qui a Pomezia, ma fu un inizio.

Negli anni successivi ho cercato di capire cosa non aveva funzionato e cosa potevo salvare di quella esperienza, con il tempo ho conosciuto un sacco di gente che continuava a dirmi della bontà del nostro ex progetto e ho capito che anche dentro i partiti (malgrado quello che si dice) lavoravano persone che la pensavano come noi, che erano stufi e che stavano provando a smuovere qualcosa, ho compreso allora che se volevo cambiare le cose nella mia città, dovevo entrare dalla porta principale, sporcarmi le mani e fare pulizia. Mi sono iscritto ad un partito.

A quasi due anni da quella decisione, faccio parte di un gruppo di persone che stanno realmente cambiando la propria città, che hanno vinto le elezioni dello scorso anno (Pomezia è miracolasamente tornata a Sinistra) e che quotidianamente si impegnano per portare avanti un discorso serio sulla politica locale che si riflette nella vita sociale pometina.

Ma dove porta tutto questo ragionamento? cosa ha in comune Pomezia rispetto al nazionale? dove sta la diversità, lo scarto, la differenza con le problematiche nazionali? dove sta andando la politica? perchè c'è tanta voglia di antipolitica?
Una serie di domande a cui non è semplice rispondere, ma in questi giorni mi sono fatto una idea ben precisa, proprio sulla scorta dell'esperienza sopracitata.

Per prima cosa sono stufo e arcistufo di sentire parlare di antipolitica, come se la politica fosse una specie di malattia da debellare, la politica non si fa da sola, le dicisioni non si prendono da sole, la politica è il reale specchio della gente che va o no va a votare e quindi rappresenta nel bene o nel male l'ItaGLIa (come scrive Diego). La politica è impegno, fatica e in molti casi anche sacrificio, è molto (troppo) comodo stare in poltrona a criticare, è un po' come il processo del lunedì calcistico, con la moviola vista e rivista è facile capire che l'arbitro ha sbagliato, ma poi in campo ci và l'arbitro mica il signor Rossi da casasua.

Ora credo siamo arrivati in un periodo, come capitò ame localmente, in cui la gente deve impegnarsi un po' di più se vuole cambiare questo stato di cose, non ti va bene? bravo! datti da fare! Rimboccati le maniche e cambia sto cacchio di paese! Siamo arrivati ad un punto dove la classe politica va svecchiata? ci vogliono più giovani impegnati? Bravo! Rimboccati le maniche e cambia sto cacchio di paese!

Ma il nostro è il paese della banane dove è molto più comodo farsi mandare tutti a fanculo sterilmente da un comico che darsi da fare, lo stesso comico chefa il suo bravo spettacolino per vendere il suo libro, il suo DVD, il suo stesso spettacolo in altre piazze e noi li a battere le mani e mandare tutta la politica affanculo. Ma dico io, ma dove vivete? veramente volete mandare tutto a fanculo? e poi? poi cosa succede? dove cresceranno i vostri figli? sulla luna? oppure li crescerete come state invecchiando voi? come gli struzzi!

Un amico mi ha detto che non tutti possono fare politica e che io mi sento un eroe, sbagliato in entrambi i casi, sbagliata la prima affermazione perchè la politica la possono e la devono fare tutti, ogniuno al suo livello, ma per farla ci vuole impegno e volontà e sono in molti (troppi) che sbagliando, da anni, provano a convincerci che è una cosa distante e che non tutti possono farla! Io non mi sento un eroe, io mi sento uno qualunque che si è reso conto sulla propria pelle che se davvero si vuole una cosa la si può ottenere, anche in un campo difficile come la politica, ma che per ottenerla bisogna sbattersi e molto!!!

6 commenti:

S3Keno ha detto...

Vedi, Paoletto caro...
Ogni tanto si torna su questi argomenti, che tanto non avranno mai fine.
Ma mi piace il confronto (e anche un po' di sana polemica, non lo nego) quindi eccomi presente all'appello, visto che - pur senza fare chiaramente il mio nome - mi tiri in ballo.
Non parlerò dell'antipolitica alla Beppe Grillo, di cui non mi frega nulla.
Anche perchè è solo un neologismo inventato dai media.

E dunque...
La tua "presunzione" (posso chiamarla così?) da qualche anno a questa parte, è quella di aver trovato una tua strada - cioè l'attivismo politico, che peraltro rispetto - ma per contro aver anche assunto un atteggiamento (politico?) per il quale tu ti stai facendo un mazzo così per cambiare le cose e - d'improvviso - chiunque non fa ciò che stai facendo tu, non fa un cazzo!!!
Sul blog di Diego parli di persone che "dall'alto della loro sedia criticano senza muovere una paglia", senza renderti conto che - con il tuo atteggiamento - su quel piedistallo ti ci stai mettendo tu: vuoi rispetto per le tue scelte, ma non rispetti altre scelte che non siano la tua.
Parti dal presupposto che l'attività politica sia l'UNICA vera via possibile per impegnarsi in qualcosa, ti permetti di dire agli altri (compreso me) che "non facciamo un cazzo"... senza nemmeno pensare - per esempio - che ci possono essere persone che magari sono 22 anni che fanno volontariato ma non sono MAI venute a dirti che tu non facevi un cazzo per gli altri, prima di scoprire la politica superati i trent'anni!!!

Ecco il punto: politica è "bene comune", che non ha necessariamente a che fare con tessere, partiti, elezioni, campagne, municipi o quant'altro.
Un vice-parrocco di una parrocchia di borgata che si fa in quattro per il quartiere fa politica.
Un medico di Emergency che opera nella zone di guerra fa politica.
Chiunque si da da fare per gli altri fa politica.
Una politica di valori (altrusimo, solidarietà, etc.) ma anche una politica tutt'altro che TEORICA, quanto piuttosto di vero IMPEGNO fisico, concreto, presente... senza bisogno di alcuna sede di partito per farlo.
Semplicemente con altri mezzi. Per altre vie.
E' questo che tu NEGHI, forse senza nemmeno rendertene davvero conto.

L'attivismo politico è solo una delle tante strade.
Rispettabilissima, ma solo una delle tante.
Non è l'unica, come invece sembri continuare a ripetere tu.
Devi cominciare a pensare che se altri non vogliono intraprendere il tipo di impegno che hai scelto tu, forse è perchè non lo ritengono valido secondo i propri principi (capisci? Secondo i LORO, non secondo i TUOI).
L'importate - forse - è che si diano cmq da fare, in qualsiasi campo.
Perchè se 56 milioni di italiani si "dessero da fare" (e bada bene che per paradosso parlo anche di ragazzi che si impegnino in un centro sociale di estrema destra nel loro quartiere, con finalità realmente sociali) già questo basterebbe a fare del nostro Paese un posto migliore.
Per noi e per i nostri futuri figli, che tiri sempre in ballo ;)

Io, te lo ripeto spesso, ci credo davvero nella politica territoriale.
In amministrazioni e servizi migliori in posti relativamente circoscritti (paesi, cittadine, piccoli comuni) dove però i rapporti tra cittadini e istituzioni sono ancora "a misura d'uomo". Ci credo perchè nonostante tutto credo ancora nelle persone.
In quelle che se stanno facendo una cazzata, glielo puoi dire in faccia (anche ad un sindaco, per dire).

Però allo stesso tempo non credo più nella politica partitica, quella che gioca in serie A, quella che governa la nostra nazione (e ogni altra nazione del mondo); perchè quelle stesse persone in cui credo quando operano alla base, verranno "sedotte" da essa strada facendo. Inevitabilmente: "Dai ad un uomo del potere (anche minimo) e scoprirai che uomo è".
E' come in una grande azienda: posso credere nella correttezza morale (o nell'ingenuità?) di un impiegato, di un grafico (eh eh eh) o di un tecnico, ma quando cominci a salire di posizione, piano piano sei fottuto. Quadro, dirigente, amministratore delegato. Alla fine per raggiungere certe posizioni ti sarai inevitabilmente sporcato le mani. Sarai sceso a compromessi. E per l'interesse (economico) dell'azienda che ora guidi, tradirai i DIRITTI di quell'impiegato, quel grafico e quel tecnico che all'inizio rappresentavi. Perchè strada facendo li avrai dimenticati.

L'altro giorno mi dicevi che è la politica a guidare i peasi, quindi BISOGNA farla (per cambiarla).
Io credo che qualsiasi persona sana di mente sa che non è così, Paolo, senza bisogno di essere cinici.
E' l'interesse economico che guida i paesi, non la politica.
La politica partitica (il governo) ne è solo sua serva.
E' per questo che anche la sinistra ha universalmente abbracciato il sistema capitalistico (che a livello di valori teorici, sarebbe il suo opposto).
E' per questo che certe cose nei vertici non potranno più cambiare. Mai più. Il processo - purtroppo - è ormai IRREVERSIBILE.
Qualsiasi cosa cercheremo di fare a quei livelli, non cambierà il sistema capitalistico occidentale.
E' per questo che NON SCELGO l'attivismo politico come forma di cambiamento.
Preferisco applicarmi nel sociale, per forme di cambiamento molto più reali e concrete.
E stai certo che "impegno, fatica e in molti casi anche sacrificio" se vuoi, li trovi anche lì.
Nessuno qui sta "comodamente in poltrona a criticare" solo perchè non va alle tue belle riunioni di partito, lo capisci?

Con i mezzi - e i valori - che si hanno a disposizione: quindi con attività territoriale (che è anche il volontariato, ma non verrò MAI a dirti cos'è che "non fai" tu) ma anche con la corretta etica comportamentale nel lavoro, nei rapporti interpersonali e in quelli con le istituzioni (ad esempio il rispetto della legalità)... e infine anche con gli eventuali "talenti" che si hanno disposizione, che possono essere libri, musica ma anche fumetti o articoli, con la divulgazione di determinati principi/valori attraverso di essi, che possiamo definire politica culturale.
A cominciare dal fatto che proprio nel giornalismo - per esempio - una bella tessera di partito ti apre porte ENORMI, se sei regolarmente iscritto all'albo (lo sanno davvero tutti, non prendiamoci per il culo). Ma limita la tua libertà. Perchè - citando proprio una frase sentita durante una puntata di "Report" - un giornalista con la tessera di partito non è più un giornalista, ma un portavoce!!!

Chiudo con un'ultima considerazione personale, sullo "schierarsi".
E' tutta la vita che mi schiero. Chiunque mi conosce (a cominciare da te) sa che vuoi per convinzione, vuoi per superbia o vuoi per arroganza non ho mai avuto alcun timore a farlo. Mettendomi contro le persone sbagliate. Scegliendo spesso posizione molto scomode. Pagandole spesso sulla mia pelle. Ora - in questa tua "vocazione" degli ultimi anni all'attivismo politico come unica via di salvezza umana - non venire a farmi la morale sullo "schierarsi" o meno, OK? Non tu. E non a me.

Scusami per lunghezza del commento.
Ora però mi preparo ed esco di casa che alle 16:00 incontro Veltroni.
Per cose che riguardano il X° Municipio, guarda un po' ;)
Medita anche tu, Paolo, medita...

ottokin ha detto...

A Stè ma lo hai letto bene il post? Ma come io ti faccio un post lungo un milione e mezzo di caratteri (cosa che abbitualmente non faccio) e tu nemmeno lo capisci? Ma che ti sono venuto a dire che il volontariato non è impegno? che ti sono venuto a parlare di emergency, amnesty o altro? no no... il titolo del post è LA POLITICA E L'ANTIPOLITICA!
Sai benissimo che sto parlando della vita POLITICA non della politica sociale su temi sociali! Il mio post riguarda temi POLITICI ed è il MIO punto di vista sull'argomento di questi giorni, su Beppe Grillo ecc. e tu cosa fai mi liquidi l'argomento con una frase tanto banale quanto idiota come:

"Non parlerò dell'antipolitica alla Beppe Grillo, di cui non mi frega nulla"

ma lo hai letto bene il mio post o come al solito parti per la tangente convinto che ti sto attaccando a te? io parlo di POLITICA! ti ho fatto la storia (la mia storia, sul mio blog) del mio impegno in tal senso, ti ho anche scritto che se uno vuole cambiare le cose (in POLITICA perchè di POLITICA sto parlando) deve alzare il culo e non stare a guardare e criticare. Ma era fin troppo evidente che il mio attacco era verso gente che manda "affanculo" la politica in senso stretto.
Non mi pare di avere detto che Gino Strada o l'Associazione Maniinsaponate del XXVIII municipio non fanno nulla perchè non fanno politica attiva. E sopratutto non ho detto ASSOLUTAMENTE che l'UNICA vera via possibile per impegnarsi in qualcosa sia fare POLITICA!

Facciamo così, te lo riscrivo qui sotto staccato, semplice e in stampatelo maiuscolo così capisci bene il riassunto di un post troppo lungo su un argomento troppo difficile ok?

SUI TEMI LANCIATI DA GRILLO, SULLA COSIDETTA ANTIPOLITICA, SULLA VOGLIA DI CAMBIARE LO STATO DI COSE, IL GOVERNO, LA CLASSE POLITICA ECC. RITENGO CHE L'UNICA VERA SOLUZIONE E' IMPEGNARSI E ALZARE IL CULO DALLA POLTRONA NON MANDARE TUTTO E TUTTI AFFANCULO!

Concetto più chiaro ora? Argomento chiuso Stè e la prossima volta cerca di fare meno polemica tanto per farla senza uscire fuori tema. Per inciso, stimo moltissimo chi si impegna nel sociale a dare una mano a questa società, ma non credi che sei cambiasse il manico della società (mondiale) ci sarebbe meno gente che ha bisogno di aiuto e meno bisogno di aiutare?

Non aggiungo altro perchè non scendo al tuo livello di bassezze e ai toni da te usati, ma sappi che come dire in inglese oxfordiano "hai cagato fuori dalla tazza" :-)

baci
Paolo

S3Keno ha detto...

Rientro solo ora da questo lungo sabato pomeriggio/sera (dopo NON essere riuscito a chiacchierare con l'irraggiungibile & blindato Veltroni, ma in fondo sapevo già che finiva così) e mi ritrovo questa tua "reazione" che davvero non mi aspettavo, Paolo.
Ma andiamo con ordine, visto che "ho cagato fuori dalla tazza" e vorrei invece cercare di rifarla dentro!!! (come dire che casomai stavo cercando un dibattito, non uno scontro).

Parto dalla fine, e cioè da quel "non scendo al tuo livello di bassezze e ai toni da te usati"... ehm, cioè... scusa?
Ho letto e riletto il mio commento (anche se sono quello che l'ha scritto) ma - pur rileggendolo - vedo toni pacati e soprattutto civili, con uno sforzo nell'esposizione delle mie idee piuttosto argomentato.
Non solo: non leggo alcuna offesa diretta nei tuoi confronti e/o uso di determinati termini/appellativi sgradevoli o volgari (abitudine così diffusa nella comunicazione tra i frequentatori di blog, forum e web in generale).
Leggo anzi il mio RISPETTO nelle tue scelte individuali, ribadito almeno due volte.
Perchè, lo sai bene, ti ho detto/ripetuto molte volte che ho stima di te, e credo in ciò che stai facendo (così come nella vostra politica territoriale, che - alla luce dei fatti - sta effettivamente funzionando, per quanto riguarda il comune di Pomezia).
Quindi di quali "bassezze" parli?!?
Francamente, non capisco.

Per quanto riguarda invece il tuo post, non fare il finto tonto (che non lo sei).
E' così OVVIO che il mio commento non si riferiva solo ad esso, ma ai discorsi che abbiamo fatto in settimana.
Tu puoi avere appena detto delle cose specifiche su politica e antipolitica, ma possiamo benissimo contestualizzarle nella discussione che abbiamo avuto mercoledi scorso (ma anche in certe cose che hai scritto sul blog di Diego). Quindi non venirmi a dire "io non ho scritto che tu non fai un cazzo" (che sarebbe anche vero, se guardiamo il post) quando una cosa pressochè identica me l'hai fatta intendere tre giorni fa, dandomi addirittura dell'arreso!!!
Se poi aggiungi che nel tuo ultimo paragrafo (quello che comincia con "un amico mi ha detto che non tutti possono fare politica e che io mi sento un eroe, sbagliato in entrambi i casi") quell'amico sono proprio io, beh... permettimi di farti notare che - tra la nostra discussione di mercoledi, il tuo commento nel blog di Diego (anche quello un po' polemico, mica solo i miei) e il tuo ultimo post sulla politica - alla fine, tra le righe, mi sono sentito messo in mezzo a ragione in più occasioni (anche se è più facile dire che non ero io quello che attaccavi) visto che molte delle cose che hai scritto sono le STESSE che hai usato nell'argomentare con me!!!
E in fondo qui, anche ora, siamo sempre noi due... no?
Speravo fosse sottointeso che partivo da dei presupposti dialettici che - tra noi - precedevano questo post.
E precedevano di un bel po' anche le sparate di Beppe Grillo, se vogliamo dirla tutta ;)

So che rispetti Emergency e il volontariato di qualsiasi natura (infatti non ho MAI sostenuto il contrario in nessuna frase nel mio commento, ma evidentemente anche tu non leggi come si deve)... mentre per contro, l'affermare l'attivismo politico come "unica via possibile" per il cambiamento è una tua convinzione reiterata, è qualcosa che - in modo più o meno esplicito - mi ripeti spesso (cioè non solo quando parli di antipolitica o di chi grida "vaffanculo!" dopo Grillo). E' ciò che si percepisce quasi sempre dai tuoi discorsi degli ultimi tempi. Eppure io quando scrivo "forse senza nemmeno rendertene davvero conto" lo scrivo con onestà, perchè forse davvero non te ne rendi davvero conto.

Magari ne riparliamo a voce nelle tre ore di viaggio per Lucca, che è meglio.
Perchè - è vero, lo sai - per iscritto ci si fraintende sempre (mentre a voce ci si intende meglio).
E quindi non aggiungo altro nemmeno io.
Abbracci (di pace)...
S3K :)

Niccolò Storai ha detto...

Non voglio intromettermi nel vostro confronto, sono qui semplicemente per dire che la politica deve essere un piacere ed un dovere di tutti, solo pensando al prurale si ottengono benifici anche per i singoli.
Quindi, perchè mai non tutti dovrebbero fare politica?
Se cominciamo ad interessarci dei problemi delle nostre città anche se questi non ci coinvolgono direttamente, allora si che andremo verso una societa più funzionale e più serena.

Emi ha detto...

Ciao Paolo,
scusa l'OT ma...
l'hai fatto te il disegno in testa al post? è davvero bello.

ottokin ha detto...

No emiliano, non l'ho fatto io, l'ho trovato girovagando in rete e mi sembrava adeguato!

Grazie lo stesso, sapevo che qualcuno apprezzava.