23 maggio 2011

Br1

Br1 è uno dei più promettenti street artist italiani, una delle sue più recenti creazioni è stata realizzata lo scorso Marzo a Roma, (in zona Porta Maggiore), si tratta di un opera di decollage, e come lo stesso Br1 ci dice:"il manifesto è stato strappato sul momento per creare uno sfondo di decollage,una volta ottenuto lo sfondo, comincia la fase dell'affissione del poster. Inesorabilmente l'installazione verrà ricoperta dai manifesti della nuova campagna pubblicitaria".
Un opera sicuramente fuori dal comune, come spesso accade alle creazioni di questo artista che in un lungo testo ci illustra il suo pensiero in merito all'affissione libera e all'utilizzo dei pannelli pubblicitari, sicuramente siamo di fronte ad nuovo modo di vedere la street art e siamo sicuri che sentiremo ancora parlare di lui. Qui sotto trovate una galeria fotografica e il video (molto ben curato) dell'installazione (durta in effetti solo tre giorni) a Porta Maggiore. Buona visione.

Per ulteriori informazioni:

"Il pannello pubblicitario è la sede naturale del manifesto. Oltre ai manifesti elettorali e a quelli che pubblicizzano un evento culturale, i più diffusi rimangono i manifesti a scopo commerciale, la cui funzione è univoca: pubblicizzare un prodotto. E la pubblicità di questo prodotto diventa efficacie nel momento in cui numerosi pannelli pubblicizzano quel determinato prodotto in numerose strade della città. Nulla quaestio fino a qui. Non fosse per il fatto che il pannello pubblicitario è un elemento del corredo urbano che non passa di certo in secondo piano: tutti siamo abituati a notarli in ogni strada della città. e più si va verso l'esterno della città, più le strade diventano ad alto scorrimento, più aumentano le dimensioni dei pannelli pubblicitari. Allora mi chiedo: come mai questi elementi tipici della strada e della città sono al servizio quasi esclusivo delle imprese? Eppure i pannelli pubblicitari sono in strada come lo è un semaforo, un cassonetto della spazzatura, una panchina, una buca per le lettere. Tutti elementi con una precisa funzione sociale. Siamo sicuri che la pubblicità commerciale abbia una funzione sociale? Secondo me non ce l'ha. E proprio partendo da queste premesse che prende forma il mio studio: attribuire una funzione artistica e culturale ai pannelli pubblicitari. Tuttavia, la pubblicità commerciale che compare sui pannelli è regolata da un ritmo di vita frenetico, come del resto la creazione di finti bisogni e la spinta al consumo: la pubblicità si rinnova così velocemente da non riuscire a starle dietro; è il ritmo di vita del mercato. Il mio studio del pannello pubblicitario consiste nell'individuare il pannello più adatto e strapparne via la pubblicità, pezzo dopo pezzo, creando un decollage di sfondo. Gli affichisti strappavano i manifesti per portarli in atelier e continuare a lavorarli per creare dei quadri. Io preferisco creare il decollage sul momento, direttamente in strada, come a voler rivendicare il pannello pubblicitario come supporto pubblico - quindi di tutti - sul quale chiunque dovrebbe avere libertà di esprimersi. Una volta ottenuto lo sfondo, comincia la seconda fase, che consiste nell'affissione del poster. Inesorabilmente le mie installazioni verranno fagocitate dal ritmo del mercato, veloce e incessante. Con la nuova campagna pubblicitaria l'installazione verrà ricoperta dai nuovi manifesti. Senza pietà. L'installazione può durare un pomeriggio, un giorno soltanto. Questo è il significato di arte effimera. Per contro l'installazione ha un obiettivo ben preciso: far prendere coscienza ai cittadini che la città diverrebbe più vivibile e più armoniosa se al posto delle pubblicità di prodotti commerciali vi fossero affissioni artistiche e culturali no profit. E molte città nel mondo hanno un’organizzazione di pannelli per l’affissioni libera, sui quali il cittadino può lasciare messaggi e può sentirsi libero di esprimere le proprie idee. Se i pannelli liberi esistessero e si diffondessero nelle nostre città, molti artisti comincerebbero a creare arte su di essi. Si camminerebbe per strada circondati dall'arte: immaginate i colori, gli spunti di riflessione, quel diverso modo di guardare a ciò che succede nel mondo tipico dell’arte. Scomparirebbe quel senso di freddo, di artificiale e di opprimente che si vive camminando in una strada satura di messaggi pubblicitari. Oggi tutto ciò può sembrare utopistico, ma credo molto nella presa di coscienza delle persone."

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