13 aprile 2007

Oleguer Presas



Il calciatore nella foto si chiama Oleguer Presas e come solo i più attenti sportivi sanno, è il difensore del Barcellona, finito da qualche settimana nel giro delle polemiche (spagnole ovviamente) per un suo articolo scritto di suo pugno e pubblicato dal settimanale La Directa e poi ripreso da Berria (quaotidiano basco online). Nell'articolo intitolato la buona fede Presas attacca pesantamente il governo spagnolo e prende le difese di Iñaki de Juana Chaos, terrorista dell'Eta da tre mesi in sciopero della fame (nella foto)



che malgrado le sue condizoni e il suo passato chiede a Zapatero di riprendere i negoziati di Pace con l'Eta, la vicenda ricorda da vicino quella di Bobby Sands il memro dell'Ira morto in prigione nel 1981. Presas ricorda nel suo articolo che Iñaki de Juana Chaos ha già passato vent'anni in carcere, anche se la condanna effettiva era di diciotto, ma a quanto sembr ail governo spagnolo è in attesa di un ulteriore sentenza prima di rilasciarlo. Per questo motivo Iñaki de Juana Chaos ha iniziato lo sciopero della fame in carcere. Le accuse parlano anche di due pesi e due misure facendo vari esempio come quello di Rodriguez Galindo ex Generale della Guardia Civil condannato per duplice omicidio a 75 anni di carcere che ne ha scontati solo quattro! Accusando di fatto lo Stato e il Governo Spagnolo di iprocrisia!
Aldilà della ragione o meno di Iñaki de Juana Chaos e dell'Eta, la cosa curiosa secondo me è invece (almeno per il nostro mondo) proprio Oleguer Presas, 27 ani, calciatore atipico laureato in economia sta prendendo la seconda laurea di filosofia, indipendentista catalano (non basco quindi). Ha scritto e pubblicato un libro e diversi articoli e questo suo ultimo gli è costata la rescissione del contratto con la Kelme, che gli forniva l'attrezzatura tecnica (vale a dire gli scarpini), se vi capita di vederlo giocare con il Barcellona noterete che porta degli scarpini completamente neri, senza alcun logo o sponsor sopra, cosa davvero rara in un mondo come quello del calcio dove pure le mutande sono firmate.
Ovviamente l'articolo di Presas ha scatenato un vespaio di polemiche in Spagna dividendo l'opinione pubblica, mi sembra che in realtà in pochi si sono chiesti perchè un giocatore di calcio perde tempo a difendere un terrorista carcerato dell'Eta invece di difendere la palla e la porta della propria squadra. Un mondo evedentemente diverso dal nostro.

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